Settembre 2015
Cuore Mani e... Testa di Tiziana Rivoni
presso Galleria Sukiya dimora di raffinatezza, Lamezia Terme12 Settembre - 20 Ottobre 2015
a cura di Antonio Pugliese
presentazione di Giovanni Vono
Li chiameremo: silenzi. Tutto ciò che l'autrice ci presenta, personaggi, oggetti d'arte, saranno chiamati silenzi.
È il silenzio, infatti, ad essere dominante in ciò che si estrinseca: il silenzio misterico dei volti, la profondità dello sguardo nell'ignoto, l'assenza di parola. Il tutto crea un'atmosfera che richiama storia e leggenda.
Una tradizione antica, tipicamente siciliana, ma che varia nella proposta e nella tematica.
Sono tanti gli artisti-artigiani che modellano i loro lavori secondo uno schema ornamentale, raggruppando colori e figure e ricorrendo a fantasie cromatiche. I silenzi, al contrario, lasciano pochi spazi all'immaginario estetico-ornamentale, diventando essenza di spirito. I silenzi richiamano la notte, l'eternità. La morte si appropria della bellezza e la bellezza entra in simbiosi con la morte. EROS e TA'NATOS: amore e morte; nel nostro caso, nessuna supremazia, ma perfetta sintonia tra l'uno e l'altra. Potrei affermare che i silenzi si presentano senza volto: APRO'POS. Ed è particolarmente in questo aspetto che trovo le opere dell'autrice interessanti e creative.I silenzi sono muti ma espressivi, ciechi ma lungimiranti; richiamano le nostre origini e la nascita dell'universo. Davanti ai silenzi, l'osservatore spazia con la mente, accede al tempo ed alla sua dimensione più remota, entra in contatto con ciò che non esiste ma che si materializza nei suoi pensieri più reconditi. I silenzi sono dell'anima, dell'inconscio, di tutto quello che ci sfugge e che viene rimosso. Non si può però sfuggire al FASCINO dei silenzi, al magnetismo dei loro occhi bui che inquietano e turbano lo spettatore, ma in modo del tutto nuovo, proiettando l'artista verso orizzonti sempre più radiosi. Il linguaggio poetico-espressivo dell'autrice si traduce in un continuo interrogativo, seguendo un itinerario in continua evoluzione. Non si respira solitudine, ma pensiero, forte e solido. Alla fine, vince la vita, col ricordo, con l'umanità; e l'opera creativa diviene segno indelebile del cuore. Proviamo ora ad immaginare l'artista che, consapevolmente o meno, ci pone davanti a un gigantesco rigo musicale in bianco, nel quale pause e silenzi riempiono le linee e gli spazi di inascoltate melodie. Essi, linee e spazi, spezzano la convenzione del tempo, e il passato... ora è presente, ora è futuro. Restano, imperturbabili, i nostri silenzi, nell'austerità del ricordo, nella proiezione del mistero cromatico e materico che ci avvolge, nel fascino dell'arte e dell'estetica. G.B.Vono
alcuni scatti dell'allestimento
link
un servizio di Tiziana Bagnato su LaC News
un articolo di Elisabetta Mercuri su lcnews
album fotografico condiviso su facebook
momenti dell'inaugurazione
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